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Descrizione

Il 2 febbraio 2011 abbiamo dato l’estremo saluto ad Adriano Bozzolo, grande artista marchirolese e l’ultimo di una genealogia di scultori, ma anche stuccatori e pittori che dalla Lombardia viaggiarono per l’Europa per decorare palazzi e chiese come era uso nei secoli passati.
È una grande perdita per Marchirolo e ritengo doveroso onorare almeno con il ricordo la vita artistica di chi ha sempre avuto il nostro paese nel cuore, e nel cuore del paese ha sempre vissuto.
Non mi riferisco solo al fatto che il Maestro Bozzolo, dopo aver trascorso la propria vita tra Italia e Svizzera per motivi di lavoro, vivesse ormai da molti anni in quella che si può definire la sua casa-museo nella parte più bella del nucleo centrale antico.
Penso piuttosto all’orgoglio che lo riempiva nel sapere quanto interesse avessero suscitato le sue opere nelle tante persone che visitavano e visitano la Gipsoteca, ma soprattutto nei tanti ragazzi e bambini degli istituti scolastici della zona che scoprivano per la prima volta la scultura e davano un nome a questa forma artistica proprio davanti alle sue statue.
Pochi dei suoi concittadini lo conoscevano a fondo e sapevano di quale caratura fosse la sua arte: per darne un’idea, basti pensare che un suo San Gerolamo si trova tra le guglie del Duomo di Milano, che i suoi bronzi sono stati esposti (80 le esposizioni in tutto il mondo) al Kulturzentrum di Vienna, a Parigi, a Zurigo , a Berna, a Milano e che le sue opere si possono vedere in siti prestigiosi come il Palazzo di Congressi di Lugano o gli Appartamenti Papali.
Anche ad un primo sguardo, delle sue opere colpiscono lo slancio e la tensione nel movimento. Una tensione che alcuni critici riportavano allo slancio utopistico di molti dei temi trattati dal maestro e che credo emblematicamente tradotta nel monumento del 1987 “per la fraternità dei popoli” tuttora visibile alla frontiera italo-svizzera di Ponte Tresa.
Ancora, una tensione soprattutto verso l’Alto e verso la Luce che si ritrova nelle sue opere “sete di luce”, Grande Sole”, “Voce d’Eterno” e nella serie di “Grande Sole”.
Assieme a quello della musica - intesa come occasione di unione, di coralità e di vicinanza – pare centrale nella sua linea artistica quello della “Maternita”, magistralmente sviluppato nell’opera in bronzo che il Maestro volle donare al comune di Marchirolo alcuni anni orsono.
Ebbene, nel ricordo che mi piacerebbe condividere con tutti ci sono i suoi discorsi, fatti davanti ad un caffe nella sua ospitale casa di Marchirolo e lucidi fino all’ultimo, che spiegavano la sua arte come piena di un messaggio rivolto alla sacralità della vita, alla fratellanza universale e a quella religiosità intrinseca nell’animo umano. Sentimenti che negli accadimenti quotidiani -diceva- si fa sempre più fatica a trovare.
L’invito ai miei e ai suoi concittadini rimane quello di cogliere ogni occasione per celebrare il suo ricordo e la sua vita, ancora presente nei volti, nelle forme slanciate e nei colori di tutte le sue opere.
Facciamolo tutti: con una visita alla Gipsoteca, soffermandoci davanti alle sue opere presenti nella zona, rivolgendogli anche un semplice pensiero quando, banalmente, volgeremo lo sguardo alla sua “Fraternità tra i popoli” mentre si va in Svizzera.
Addio maestro Bozzolo.

Pietro Cetrangolo





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Addio al Maestro Adriano Bozzolo


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